ASL CASERTA - VALIDITÀ DEI CODICI DI ESENZIONE PER REDDITO

Una circolare della Regione Campania, inviata ai direttori generali delle Aziende Sanitarie Locali chiarisce i termini per la richiesta di rinnovo delle esenzioni per reddito, al fine di evitare possibili disagi ai cittadini che ne hanno diritto.

(Caserta, 03.04.2013). Dalla data del 31 marzo di quest’anno, i codici di esenzione ticket per reddito rilasciati nel 2012 cessano di avere validità.

Le persone residenti in Campania, aventi diritto al rinnovo, possono richiedere il rilascio del certificato provvisorio di esenzione presentando la domanda in qualsiasi momento successivo al 31 marzo 2013.

I cittadini titolari dei codici di esenzione E01 (meno di 6 anni di età o più di 65 anni); E03 ed E04 (titolari di assegni sociali o di pensioni minime) che nell’anno 2012 risultavano inseriti nelle liste degli esenti del sistema Tessera Sanitaria e che non hanno subito, nel corso di tale anno, variazioni di reddito, tali da far perdere loro il diritto all’esenzione, non dovranno recarsi agli sportelli dell’ Azienda Sanitaria e non dovranno presentare alcuna ulteriore documentazione, né domanda.

Queste persone, a partire dal primo aprile 2013, potranno verificare dal proprio medico di medicina generale o dal pediatra di libera scelta la loro posizione di esenzione. Potranno in alternativa conoscere la propria condizione di esenti rivolgendosi agli sportelli URP del distretto di residenza, o collegarsi al portale dell’ASL Caserta raggiungibile tramite l’ 'indirizzo http://www.aslcaserta.it , dove, nell’apposita area dedicata, inseriranno le seguenti informazioni:

- codice fiscale

- ultime 6 cifre del numero di identificazione della sua tessera sanitaria

- data di scadenza tessera sanitaria

Solo se questi cittadini non risultassero inseriti negli elenchi, pur rientrando nelle condizioni specificate e cioè, riconoscimento di esenzione per reddito nel 2012 e condizioni economiche invariate, potranno produrre l’ autocertificazione e richiedere il certificato provvisorio di esenzione.

Per quanto riguarda i soggetti che nel 2012 hanno presentato un’autocertificazione del reddito, essi possono presentare nuovamente l’autocertificazione, sempre che abbiano verificato con le modalità già chiarite, la presenza del loro nominativo negli elenchi.

I pazienti che negli anni dal 2010 al 2012 hanno presentato un’autocertificazione del reddito e che, a seguito dei controlli effettuati, siano risultati non rientranti nel diritto all’esenzione, possono presentare una nuova autocertificazione attestando che il loro reddito nel 2012 si sia ridotto rispetto a quello dell’anno controllato, in misura tale da consentirgli di rientrare nei limiti stabiliti per il godimento dell’esenzione.

Le persone che rientrano nella categoria per il rilascio del codice E02 (Disoccupati), dovranno presentare un’ autocertificazione secondo uno specifico modello con il quale viene richiesto il rilascio del certificato provvisorio di esenzione.

I cittadini titolari del codice di esenzione E05 (ISEE inferiore ai 10.000 euro), del codice di esenzione E08 (Cittadini trapiantati d'organo appartenenti ad un nucleo familiare con reddito ISEE non superiore ad euro 22.000 limitatamente ai farmaci correlati strettamente alle proprie patologie), e dei codici di esenzione per soggetti affetti da patologie croniche e invalidanti con reddito ISEE inferiore a 22.000 euro non dovranno recarsi agli sportelli per il rinnovo della loro esenzione in quanto il decreto commissariale n. 157 del 31.12.2012 ha prorogato la validità di tali esenzioni fino al 31.05.2013.

Per i cittadini extracomunitari iscritti al SSN, con permesso di soggiorno per richiesta di asilo politico o umanitario (codice di esenzione E07) il beneficio è valido per tutto il periodo di sussistenza del diritto.

CONVEGNO A CASERTA DEI LIONS AL JOLLY HOTEL

Venerdì 19 aprile 2013 alle ore 17:00 presso il Jolly Hotel di Caserta si terrà il convegno su legalità e giustizia sul tema "L'efficienza del Tribunale in Terra di Lavoro: esperienze e proposte".
Il Convegno - aperto alle istituzioni, agli operatori del settore ed alla cittadinanza - è volto ad analizzare le problematiche del funzionamento della Giustizia nella nostra Provincia, con riferimento alle emergenze degli organici e delle risorse, e con riguardo agli istituti processuali sovrabbondanti e defatigatori, e quindi a fornire spunti di proposte per il miglioramento del sistema da sottoporre alle autorità istituzionali preposte, al legislatore ed agli organi esecutivi.

Sono programmati i seguenti interventi:

Dott. Giancarlo De Donato

Presidente del Tribunale di S. Maria C.V.

Dott. Corrado Lembo

Procuratore Capo c/o il Tribunale di S. Maria C.V.

Avv. Alessandro Diana

Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di S. Maria C.V.

Modererà i lavori l’Avv. Alberto Martucci

Segretario del Lions Club Caserta Host


Il Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di S. Maria C.V. ha riconosciuto n. 3 crediti formativi per gli avvocati che presenzieranno all'evento.

ECCO COSA SI DICE IN CITTA'

A Santa Maria Capua Vetere finanche un cieco si sarebbe accorto che il mattone non portava da nessuna parte , invece l'occupazione è in ogni caso l'effetto trainante per un buon governo della città.

venerdì 19 ottobre 2012

CASAGIOVE - Oggetto : “Piano Città “ – non ci sono giustificazioni da parte di Russo e di Casella. Il danno è grave per la nostra comunità. Per alcune affermazioni ho dato mandato al mio legale.


E’ veramente incomprensibile che un’amministrazione , invece di fare il mea culpa  politico per non aver presentato alcun progetto per poter usufruire dei fondi , messi a disposizione dal “Piano città” , si giustifica in modo politicamente confuso.
Ho dato mandato al mio legale di fiducia per certe affermazioni fatte su mezzo stampa .
L’approvazione del progetto del sito borbonico in giunta “nella migliore delle ipotesi avrebbe fatto felice qualche tecnico “ , è una affermazione che l’assessore Casella dovrà  dare nelle sedi opportune i dovuti chiarimenti .
Il mio intervento era mirato ed è mirato solo per capire la motivazione della mancata approvazione
dei progetti in giunta che ha determinato l’esclusione del Comune dai fondi del “Piano Città”.  
Questi progetti sono stati presentati dall’ufficio tecnico cioè dall’ing. Parente Gianpaolo  che, sicuramente , li  ha motivato tecnicamente ; per cui il fatto che il progetto del sito borbonico è stato definito “un progetto decotto” da parte dell’assessore Casella,  che non è un tecnico,  è abbastanza sorprendente .
Ma ciò che è più grave è il fatto che gli interventi previsti dalla legge  non interessavano solo il sito borbonico , ma la viabilità , parcheggi , strutture scolastiche , centri sportivi ,edilizia pubblica e privata , pubblica illuminazione etc .
Per cui il sindaco Russo Elpidio e l’assessore Casella si sono assunti politicamente ed amministrativamente una grande responsabilità   perché è enorme il danno causato alla comunità di Casagiove .
Inoltre , non ho mai pensato di bloccare l’assessore Casella  nelle sue idee anche perché non ho ancora  il “dono poli tico ”  di agire direttamente sulle menti per bloccare le idee ;  ho , invece , come consigliere comunale di minoranza la possibilità di conoscere gli atti approvati o bocciati dalla giunta perchè questo rientra nel mio ruolo istituzionale . Certamente sarò attento alle sue idee ed in  modo particolare alla destinazione del sito borbonico che è un bene patrimoniale dei cittadini di Casagiove,  e come tale deve rimanere.
Comunque il Sindaco Russo Elpidio , che ricopre questa carica solo ed unicamente per alcuni “eventi politici di incomprensione”  si deve ricordare che la sua maggioranza rappresenta solo il 39 per cento degli elettori rispetto alla minoranza che rappresenta il 61 per cento .
Perciò lo invito ad una maggiore prudenza nel parlare di rappresentanza  nella popolazione reale perché si trova politicamente “in paradiso per sbaglio”.
Adesso certamente non ci sarebbero quelle fortuite condizioni!!!
Casagiove 18/10/2012                                                                dott Mario Melone
                                                                                               (consigliere di minoranza )

Rifiuti Zero, Santa Maria Capua Vetere nell’Associazione nazionale Avviata la collaborazione con l’Osservatorio ambientale della Sun


Il Comune di Santa Maria Capua Vetere ha aderito alla neonata “Associazione nazionale delle Comunità verso Rifiuti Zero”, costituita a Capannori (in provincia di Lucca) con la partecipazione di 107 enti locali italiani.
L’assessore all’Ambiente Donato Di Rienzo, infatti, ha partecipato nella città toscana alla riunione costitutiva del sodalizio che si pone l’obiettivo ambizioso di “liberarsi dei rifiuti entro il 2020”. La presenza dell’esponente della giunta guidata dal sindaco Di Muro nasce dalla delibera, adottata dall’esecutivo di Palazzo Lucarelli già nel 2011, con la quale si aderisce alla rete di Comuni “Zero Waste 2020”. Le parole d’ordine degli amministratori locali riunitisi a Capannori sono: differenziazione, riuso, riciclo.
“La città di Santa Maria Capua Vetere – dichiara Di Rienzo – si sta muovendo nella direzione indicata dalle più moderne politiche ambientali, che dettano la priorità della riduzione dei rifiuti attraverso comportamenti virtuosi già tra le mura domestiche. E’ fondamentale, in questa prospettiva, raggiungere i massimi livelli di separazione dei rifiuti in casa”.
L’assessore Di Rienzo ha anche incontrato nei giorni scorsi il professore Federico Paolini, ricercatore di storia contemporanea al dipartimento di lettere della Seconda Università, esperto di storia dell’ambiente e dei trasporti e coordinatore dell’Osservatorio delle politiche ambientali istituito proprio presso la sede accademica di Santa Maria Capua Vetere.
L’Osservatorio ha come obiettivo quello di creare una rete di studiosi italiani e internazionali che si occupano di tematiche ambientali e, particolarmente, della storia dell’ambiente.
“La nostra – spiega ancora Di Rienzo – è l’unica città italiana a vantare un organismo di ricerca così prestigioso in materia. L’amministrazione comunale e l’Osservatorio della Sun hanno pertanto avviato una collaborazione che certamente sarà proficua e che porterà, nel corso del 2013, una serie di appuntamenti di elevato spessore scientifico a Santa Maria Capua Vetere, con la partecipazione di studiosi e ricercatori provenienti da tutto il mondo”.

giovedì 18 ottobre 2012

CASAGIOVE - Il sindaco Russo Elpidio non partecipa al “Piano città” e mette fuori gioco

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO  

Il sindaco Russo  Elpidio ha toccato ormai politicamente il fondo .
Non è più possibile  tollerare il suo comportamento politico  di totale disinteresse dello sviluppo della nostra città . Il gioco delle tre carte in politica non può essere un modus vivendi perché una comunità deve essere gestita con idee , programmi . Se non ci sono , il tutto è destinato al fallimento amministrativo . E’ quello che sta succedendo nel comune di Casagiove , dove il lassismo  politico ed amministrativo sono le vere caratteristiche di questa amministrazione targata Russo Elpidio .
La goccia ,che ha fatto traboccare il vaso  , è la mancata partecipazione al “Piano città “, previsto dall’articolo 12 del decreto legge 83/2012.
Il sindaco Russo Elpidio ed il suo assessore ai lavori pubblici Casella Girolamo ,  con grande irresponsabilità amministrativa e politica , non hanno presentato entro il 5 ottobre  alcun progetto per poter usufruire dei fondi messi a disposizione del “Piano città “.
Eppure c’erano già progetti redatti dalla precedente amministrazione del sindaco Melone Vincenzo!!
Ma ciò che si rende inspiegabile è, soprattutto,   il fatto che il dirigente dell’ufficio tecnico ing. Parente Gianpaolo ha presentato un progetto , riguardante il sito borbonico (ex Caserma De Martino) nel termine stabilito cioè  il 5 ottobre . Ma il sindaco e la  giunta non hanno approvato il progetto .
Questo comportamento è assurdo perché rappresenta  un grave danno per la nostra comunità di Casagiove , che non può essere in nessuno modo  giustificato .
Si parla di  224 milioni di euro che “sono nulla rispetto agli obiettivi che possono essere allargati , secondo il ministro Ciaccia , a 2 miliardi , includendo anche fondi nei bilanci di altre amministrazioni ed Enti “.
Questi fondi servivano , in questo momento di grave crisi economica , ad avviare l’economia  degli enti locali e riguardavano interventi strategici come la viabilità , parcheggi , illuminazione pubblica,  spazi verdi , strutture scolastiche , riqualificazione di aree di valore storico /architettonico , centri sportivi e di aggregazione sociale , realizzazione di aree residenziali (edilizia pubblica e privata ), potenziamenti di attività economiche e realizzazione di aree commerciali .
Il comune di Casagiove ,non partecipando al “Piano città “,  ha perduto ogni  possibilità di poter usufruire di questi fondi .
A questo punto il sindaco di Casagiove Russo Elpidio dovrebbe farsi un esame di coscienza e capire che la città di Casagiove non può essere più gestita con questo pressappochismo politico ed amministrativo .
L’unica soluzione ,che le consiglia per il bene del Paese ed anche suo ,  è quella di presentarsi dimissionario in Consiglio comunale e chiedere scuse politicamente all’intera città di Casagiove, che ha sempre avuto una grande tradizione di cultura amministrativa e democratica.
In verità è più facile che un cammello passa attraverso la cruna di un ago piuttosto che il sindaco di Casagiove  possa presentare le sue dimissioni!! .
Casagiove 16/10/2012                                                            dott. Mario Melone
                                                                                                (consigliere comunale )

SANTA MARIA CAPUA VETERE - Stazione unica appaltante, il sindaco Di Muro firma l’adesione in prefettura: “Gare sempre più trasparenti”

Il sindaco Biagio Di Muro ha firmato questa mattina (17 ottobre) in prefettura l’adesione del Comune di Santa Maria Capua Vetere alla nuova stazione appaltante, organismo che garantisce la massima trasparenza e regolarità nelle procedure di gara e negli affidamenti di lavori, forniture e servizi.
La sottoscrizione della convenzione da parte del sindaco dà attuazione alla recente deliberazione del consiglio comunale che, all’unanimità, ha autorizzato il primo cittadino a firmare l’accordo con la stazione unica appaltante (Sua), configurata come centrale unica di committenza affidata al provveditorato regionale per le opere pubbliche della Campania e del Molise, con sede a Caserta.
La nuova convenzione prevede espressamente l’istituzione di un gruppo di lavoro per potenziare la terzietà nella gestione della stazione unica e per migliorarne l’efficienza e l’economicità, ampliandone l’operatività.
La competenza della Sua riguarda i lavori pubblici di importo pari o superiore a 250mila euro, nonché le forniture e i servizi di importo pari o superiore a 200mila euro.
La prefettura, da parte sua, nello spirito di favorire lo snellimento delle procedure e rendere più penetrante l’attività di prevenzione antimafia, si impegna a monitorare le procedure di gara anche al fine di contrastare – con il supporto delle forze dell’ordine – il fenomeno delle cosiddette cordate tra imprese concorrenti.
“Confermare l’adesione alla stazione unica appaltante – ha dichiarato il sindaco Di Muro – vuol dire assicurarsi un servizio efficiente e soprattutto trasparente per le procedure di gara e per l’affidamento di lavori, forniture e servizi. E questa amministrazione ha, fin dal primo momento, improntato la sua azione a questi criteri in ogni circostanza”.

                                                                                                             
L’ufficio stampa
Santa Maria Capua Vetere, 17 ottobre 2012

mercoledì 17 ottobre 2012

Tribunale, il sindaco Di Muro e il presidente Mattucci esprimono apprezzamento per il voto unanime in consiglio provinciale


“Esprimo l’apprezzamento dell’intera città di Santa Maria Capua Vetere per l’ordine del giorno approvato dal consiglio provinciale di Caserta a tutela dell’integrità del tribunale sammaritano”. E’ il commento del sindaco Biagio Di Muro all’indomani della deliberazione unanime dell’assise di corso Trieste, che si oppone fermamente al decreto legislativo di riordino della geografia giudiziaria in Italia.
“Il provvedimento del governo – aggiunge il sindaco – rappresenta una ferita insanabile all’efficienza e all’efficacia dell’azione giurisdizionale in Terra di Lavoro. Sottrarre alla competenza del tribunale di Santa Maria Capua Vetere il territorio aversano vuol dire, come hanno sottolineato autorevoli magistrati e avvocati, smembrare indagini contro la criminalità organizzata che, razionalmente, dovrebbero essere unitarie. Già il consiglio comunale di Santa Maria Capua Vetere si era espresso unanimemente, accogliendo anche le istanze provenienti dagli operatori della giustizia, contro l’illogico decreto che istituisce il tribunale di Napoli Nord con competenza sull’agro aversano. E’ necessario, ora più che mai, che la voce della provincia di Caserta sia forte e compatta per difendere le ragioni della legalità in un territorio di frontiera”.
Esprime apprezzamento anche il presidente del consiglio comunale Dario Mattucci: “L’unanimità con cui il consiglio provinciale ha deliberato la contrarietà al decreto del governo rappresenta un segnale importante volto a preservare l’unitarietà di un territorio e l’efficienza del sistema giustizia in Terra di Lavoro. L’ordine del giorno della Provincia va di pari passo con i deliberati approvati dai consigli comunali di Santa Maria Capua Vetere e Caserta, da cui emerge una chiara e univoca voce di un territorio che dimostra unità e compattezza contro provvedimenti scellerati di un governo che ignora il quadro territoriale. La difesa del tribunale sammaritano è la precondizione per preservare e accrescere la funzionalità e l’efficacia di un sistema giudiziario che va rafforzato e non certo smembrato. Desidero, pertanto, ringraziare pubblicamente il presidente Zinzi e l’intero consiglio provinciale per l’importante posizione assunta, così come l’Ordine degli Avvocati per l’intransigente sensibilizzazione intrapresa e il sindaco Di Muro per aver rappresentato, con la sua presenza in consiglio provinciale, le ragioni della Città del Foro”.

domenica 14 ottobre 2012

CONVEGNO A CASERTA - ECCO LA RELAZIONE DEL PM ANTONELLA CANTIELLO SULLA CRISI DELL'EERA GLOBALE


Il sistema  tributario e l’attuale normativa penale


per sistema tributario si intende l’insieme delle norme di uno stato che regolano i tributi ovvero le Entrate dello Stato e degli altri enti pubblici, prelevate ai privati in modo coattivo nell’esercizio di pubblici poteri.
Tutti i sistemi tributari si ispirano ai principi di efficienza economica- in relazione all’allocazione delle risorse-, di semplicità amministrativa,                di flessibilità, di trasparenza politica e di equità.
Il legislatore italiano ha inteso ispirare, dopo la radicale riforma del 1971, la propria azione in tale materia a tre obiettivi fondamentali:
adeguamento della capacità contributiva
semplificazione del sistema ( attraverso la riduzione delle imposte) 
lotta all’evasione
 
Le nuove soglie di punibilità introdotte dal Decreto Legge 13 agosto 2011 n.138

Art. 2
Per quanto riguarda il delitto di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti  è stata eliminata la circostanza attenuante integrata dall’ammontare di elementi passivi fittizi inferiore a euro 154.937,07.
In quel caso si prevedeva la reclusione da sei mesi a due anni, invece di quella base compresa tra un anno e sei mesi e sei anni, la quale oggi risulta l’unica applicabile.
Le modifiche al d.lg. 74/2000: stretta sui reati tributari 
Art. 3
Vengono poi ridotte le soglie di punibilità previste per il delitto di dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici.
Il delitto è oggi punibile se l’imposta evasa supera trentamila euro e non più 77.468,53 euro.
Inoltre deve essere superata anche la seconda soglia, la quale è integrata se l’ammontare degli elementi attivi sottratti all’imposizione, anche mediante indicazione di elementi passivi fittizi, è superiore al 5 per cento dell’ammontare complessivo degli elementi attivi indicati in dichiarazione o comunque è superiore a euro 1 milione (rispetto a euro 1.549.370,70 della versione previgente).
 Art. 4
Anche per la dichiarazione infedele viene dimezzata la prima soglia di punibilità, relativa all’ammontare dell’imposta evasa (da euro 103.291,38 a euro 50 mila).
La seconda soglia non viene invece sostanzialmente toccata: l’importo è di 2 milioni di euro, rispetto ai 2.065.827,60 del regime previgente.
Art. 5
Anche per l’omessa presentazione della dichiarazione viene sensibilmente ridotta la soglia di punibilità, relativa all’ammontare dell’imposta evasa: da euro 77.468,52 a euro 30 mila.
 
Art. 8
Per il delitto di emissione di fatture per operazioni inesistenti  viene abrogata la circostanza attenuante che riduceva la sanzione detentiva se il falso importo indicato in fattura non superava euro 154.937,07 per periodo d’imposta (reclusione da 6 mesi a 2 anni)
Pertanto la pena secondo l’attuale normativa è in ogni caso compresa tra 1 anno e 6 mesi e 6 anni di reclusione.
 
La legge n. 148 ha integrato pure il regime delle pene accessorie, con l’esclusione della sospensione condizionale delle pena, per i delitti previsti dagli articoli da 2 a 10 del decreto n. 74, nei casi in cui ricorrano congiuntamente le seguenti condizioni:
  a) l’ammontare dell’imposta evasa sia superiore al 30 per cento del volume d’affari;
  b) l’ammontare dell’imposta evasa sia superiore a tre milioni di euro.

Si noti che tale esclusione non riguarda i delitti di cui agli artt 10-bis (Omesso versamento di ritenute certificate), 10-ter (Omesso versamento di IVA), 10-quater (Indebita compensazione) e 11 (Sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte).
Lo stesso pagamento del debito tributario (prima dell’apertura del dibattimento di primo grado: art 13) determina una minore riduzione della pena (“fino ad un terzo” rispetto al “fino alla metà” previgente).
In ogni caso, il pagamento del debito tributario costituisce – per tutti i delitti tributari - condicio sine qua non della richiesta di applicazione della pena ai sensi dell’articolo 444 del codice di procedura penale (patteggiamento).
Importante pure la modifica del regime della prescrizione (art 17).

Tra gli atti interruttivi, oltre a quelli tassativamente indicati dall’art 160 c.p., rientrano il verbale di constatazione e l’atto di accertamento delle relative sanzioni.
Restano fuori dall’ambito da quest’ultima modifica i menzionati delitti di cui agli artt 10-bis, 10-ter, 10-quater e 11 del decreto n.74.
Infine la legge n. 148 precisa – in maniera ultronea, in relazione alla necessaria operatività del divieto di retroattività delle norme sfavorevoli al reo - che le norme introdotte si applicano ai fatti commessi successivamente alla data di entrata in vigore della legge stessa (quindi dal 17 settembre 2011).

 



I 5 trucchi


Il primo esempio, classico, di elusione è quello di un’azienda che ha tre stabilimenti produttivi e ne vuole vendere uno. Con una semplice cessione pagherebbe un’imposta di registro del 3%, ma costituendo una società ad hoc, conferendole lo stabilimento e vendendo l’intero pacchetto (Spa e fabbrica), potrebbe riuscire a bypassare la tassa del 3%.
Il secondo esempio è il cosiddetto leveraged buy out”: la pratica per cui l’ azienda accende prima un finanziamento e compra poi un’altra impresa in utile, la incorpora con una fusione e quindi compensa i profitti della preda con gli interessi passivi del predatore. Risultato meno reddito e quindi meno tasse.

Dal terzo si passa agli esempi di elusione internazionale. Se i primi due si possono infatti fare “in casa”, per gli altri serve un pizzico di esterofilia in più e si deve scegliere uno di quei tanti Stati con “regime fiscale più favorevole”: una locuzione che abbraccia tutte le nazioni dove si pagano meno tasse rispetto all’Italia. Nella casistica internazionale rientra chi si finanzia da una consociata di un Paese fiscalmente più generoso, e lì sposta una fetta di reddito (gli interessi);
 
dalla stessa consociata si possono poi comprare merci a costi fuori mercato, trasferendole anche in questo caso ricavi e utili oppure c’è chi preferisce le  triangolazioni: dovendo vendere all’estero i propri prodotti, prima li fa passare per una società consociata in uno “Stato dal fisco leggero”, e quest’ultima poi li rivende alle altre consociate nei mercati di sbocco. In questo caso, la società “intramezzo” può comparare a 10 e rivendere a 12, realizzando senza quasi batter ciglio un margine del 20% a bassa, se non bassissima (a seconda della residenza), tassazione.

Il principio secondo cui l’elusione fiscale può assumere rilevanza penale è stato espresso nella sentenza – depositata in questi giorni – con cui la Corte ha riaperto il fascicolo sugli stilisti Domenico Dolce e Stefano Gabbana. Altre due recenti sentenze della Cassazione su argomenti fiscali hanno poi stabilito che: anche le aziende con sede legale e oggetto sociale all’estero, ma con cuore amministrativo in Italia, devono pagare le imposte a Roma; e (seconda sentenza) dovranno fare lo stesso anche le “stabili organizzazioni occulte” (e non solo quelle palesi come stabilimenti o filiali) di società estere in Italia.
 
Sono quasi il 50% in più rispetto al 2010 le segnalazioni di reati tributari arrivate alle procure nei primi sei mesi di quest'anno.
L'incremento maggiore riguarda gli illeciti legati ai mancati versamenti dell'Iva (+80%) e delle ritenute sugli stipendi dei dipendenti (+58%).
L'aumento delle notizie di reato dipende dalla crisi economica, ma è anche connesso alla possibilità per le Entrate di ottenere il raddoppio dei termini d'accertamento quando scatta il penale.
 Gli uffici giudiziari faticano però a smaltire la mole di nuovi fascicoli.

L’elusione fiscale puo avere rilevanza penale se si viola una specifica norma antielusiva


La Corte di Cassazione, seconda sezione penale, nella Sentenza n. 7739,  depositata il 28 febbraio 2012,  ha concluso che l’elusione fiscale può rilevare penalmente, ma solo nel caso in cui il contribuente abbia  violato specifiche norme antielusive, restando irrilevanti ai fini penali le clausole antielusive generali.
Pertanto, poiché l’art. 37-bis del D.P.R. n. 600/1973 è norma antielusiva che elenca anche specifiche  operazioni societarie (quali fusioni, scissioni, conferimenti, eccetera), si dovranno valutare eventuali profili penali connessi alla potenziale qualificazione elusiva delle riorganizzazioni di imprese e gruppi societari.
A sostegno della propria tesi, la Corte ha posto i seguenti argomenti:
Nella definizione di imposta evasa è possibile ricondurre anche quella di imposta elusa
Secondo quanto disposto dall’articolo 1, lettera f, del D.Lgs. n. 74/2000 per imposta evasa si intende la differenza tra l’imposta effettivamente dovuta e quella indicata nella dichiarazione, ovvero l’intera imposta dovuta nel caso di omessa dichiarazione, al netto delle somme versate dal contribuente o da terzi a titolo di acconto, di ritenuta o comunque in pagamento di detta imposta prima della presentazione della dichiarazione o della scadenza del relativo termine.
 
Data l’ampia formulazione letterale della norma, l’imposta elusa è idonea a qualificarsi come imposta evasa ai fini del D.Lgs. n. 74/2000: “l’imposta elusa, che è, appunto, il risultato della differenza tra un’imposta effettivamente dovuta, cioè quella della operazione che è stata elusa, e l’imposta dichiarata, cioè quella auto liquidata sull’operazione elusiva”.
Elusione fiscale e abuso del diritto: l’imbarazzante posizione del Pubblico Ministero
 
In mancanza di una disposizione cui raffrontare la condotta elusiva e su cui parametrarne la rilevanza penale, si produce unicamente l’effetto di colmare le scrivanie dei Pubblici Ministeri i quali non possono inventare qualcosa che non c’è, o che non è stato tassativamente definito.
Non resta alloca che apperllari a Parmenide!
Conclusioni
 
Si spera che, nel restyling delle sanzioni da rendere proporzionali alla gravità delle condotte, il legislatore vorrà finalmente tracciare una linea d confine chiaro tra elusione ed evasione fiscale;
Dalla “scatola nera” della crisi finanziaria potremmo, solo in tal modo, recuperare i meccanismi patologici essenziali ed avere gli strumenti per combatterli.
In virtu’ della scelta di circoscrivere l’ambito  della punibilità penale, l’auspicio è che l’approvazione e fattuazione della delega escludano dal novero dei reati anche gli illeciti di omesso versamento che non siano sottesi dalla finalità di evasione.